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Mantenimento di Phyllorhiza punctata in sistemi a circuito chiuso

Phyllorhiza punctata, conosciuta meglio come medusa maculata Australiana, è originaria dell’ovest del Pacifico, dall’Australia al Giappone, anche se la sua distribuzione si è ampiamente estesa (Isole Hawaii, Golfo del Messico) per cause ancora non del tutto chiare e le ipotesi sono al vaglio dei ricercatori.

Negli individui adulti l’ombrella può raggiungere un diametro di circa 45 cm. E’ una specie planctofaga in quanto si nutre principalmente di zooplancton.
Come tutte le specie appartenenti alla Classe Scyphozoa, Phyllorhiza punctata ha un ciclo vitale comprendente una fase sessile o bentonica (polipo o scifistoma) ed una fase mobile o planctonica (medusa). La differenza sostanziale con le altre Classi di Cnidari risiede nel fatto che la medusa rappresenta lo stadio dominante nel ciclo vitale dell’animale. Una caratteristica peculiare di Phyllorhiza punctata e di altre specie appartenenti all’Ordine delle Rhizostomae è la presenza di un rapporto simbiotico con alghe appertenenti al genere Zooxanthellae. La medusa costituisce una sorta di riparo per questo genere di alghe (solitamente nella mesoglea) le quali utilizzano i prodotti di rifiuto del metabolismo dell’animale (CO2 ed altri cataboliti) e da esse riceve a sua volta i prodotti metabolici della fotosintesi algale (composti organici ed ossigeno).
Phyllorhiza punctata ha un ciclo vitale complesso che combina elementi sessuali e asessuati e, contrariamente alla credenza comune, come la maggior parte delle specie di meduse, non è ermafrodita ma a sessi separati.
La sua riproduzione avviene come qui di seguito:

  1. I maschi rilasciano lo sperma su filamenti mucosi che vengono in seguito raccolti dalle braccia orali delle femmine.
  2. La fecondazione avviene nella cavità gastrovascolare.
  3. Le uova fecondate si trasformano in larve planule mobili.
  4. Le larve si fissano su un’opportuna area del substrato e si trasformano in polipi in grado di nutrirsi dello zooplancton di passaggio utilizzando una serie di tentacoli di alimentazione.
  5. Il polipo, a seconda che le condizioni ambientali sia favorevoli o meno, può autoriprodursi mediante gemmazione asessuata (budding) oppure si tramuta in strobilo, una struttura in grado di produrre efire mediante un processo definito strobilazione.
  6. Le efire rappresentano lo stadio precoce della medusa avendo un disco ombrellare molto semplice con 8 lobi bilobati. Hanno capacità natatorie e si nutrono di zooplancton. Crescendo aumentano di complessità dando origine allo stadio medusoide adulto.
    Le meduse, come la maggior parte degli Cnidari, sono animali particolarmente delicati e richiedono precise condizioni per il loro allevamento, per cui è essenziale occuparsi del loro allevamento con estrema cura. Le tecniche di mantenimento in sistemi a circuito chiuso variano significativamente a seconda della fase del ciclo vitale in cui si trovano, pertanto la cura di polipi, efire e meduse rappresentano argomenti da trattare separatamente.

Nel caso specifico di Phyllorhiza punctata le tre fasi hanno un punto in comune che è rappresentato dall’alimentazione. Essendo tutti e tre gli stadi planctofagi la loro principale fonte di cibo in acquario è rappresentata da naupli di artemia salina da somministrare anche più volte al giorno. Inoltre, essendo l’alimentazione la procedura più frequente nel protocollo di mantenimento, sarà l’argomento più importante da tenere in considerazione.
I naupli di artemia salina si ottengono mediante un processo di schiusa delle relative cisti (una forma di resistenza a condizioni ambientali estreme) che, a seconda della qualità, della zona di provenienza, e delle modalità di conservazione, possono avere diverse percentuali di schiusa. Le cisti da noi utilizzate (Cisti di Artemia Premium SHG) hanno una resa molto alta, pari al 95-98% di schiusa, un fattore, questo, indispensabile per garantire somministrazioni di naupli ad elevata concentrazione soprattutto agli individui di meduse adulte.
La procedura di schiusa delle cisti richiede 24 ore. Queste si schiudono quando riscaldate ad una temperatura compresa tra i 25°C ed i 30°C, ad una salinità compresa tra  26ppt e 35ppt e devono essere ventilate ed esposte alla luce per tutto il periodo di schiusa. I naupli raccolti devono essere somministrati nell’arco delle successive 24 ore dalla schiusa  altrimenti diventano poco adatti al nutrimento di efire e polipi a causa delle continue mute alle quali essi sono sottoposti.

1 vasca per il mantenimento dei polipi.jpg

In questo lasso di tempo i naupli vengono arricchiti con un integratore ad alto contenuto di HUFA, lo Snow Reef SHG, dosato direttamente nella loro acqua e per circa 12 ore si attende che il prodotto sia ingerito. Terminato il processo di arricchimento I naupli sono pronti per essere somministrati.
Il mantenimento dei polipi di  Phyllorhiza punctata richiede l’utilizzo di piccole vasche provviste di tubi per l’aria per garantire un buon movimento dell’acqua. La temperatura da mantenere è di circa 25°C, la salinità è di circa 35 ppt e poichè siamo in presenza di una specie zooxanthellata è necessario esporre i polipi ad un regolare fotoperiodo (circa 8 ore al giorno) con luce bianca (10000K) e luce attinica.
Gli scifistomi possono essere tenuti in “colonie” abbastanza corpose a condizione che abbiano spazio sufficiente per aprirsi, acqua sempre pulita (circa 3 cambi settimanali del 10-20%) e ricevano una corretta  alimentazione.

 2 polipo di phyllorhiza punctata.jpg

I polipi nutriti adeguatamente risulteranno più rosa rispetto a quelli che ricevono una quantità inferiore di alimento e tenderanno a strobilare.

Tuttavia è essenziale non sovralimentare i polipi poichè una quantità elevata di cibo potrebbe deteriorare le condizioni dell’acqua e determinarne il decesso. Qualora si desiderasse evitare il fenomeno della strobilazione è necessario mantenere le condizioni dell’acqua il più costanti possibile, effettuando piccoli cambi parziali e frequenti. La filtrazione è da evitare poichè potrebbe provocare la rimozione dei naupli prima che i polipi possano catturarli.
Qualora avvenga il processo di strobilazione, le efire si staccano dal polipo e cominciano a nuotare autonomamente e liberamente nella colonna d’acqua.
Sono molteplici i fattori che inducono la strobilazione, ma sicuramente quelli su cui si puoi intervenire per indurre il fenomeno sono: la temperatura, la salinità, l’illuminazione e la densità di cibo. Phyllorhiza punctata, come la maggior parte delle specie, strobila stagionalmente, pertanto l’alterazione della temperatura a cui vivono i polipi (cambi di acqua del 100% a temperatura di circa 30°C) può essere spesso causa del fenomeno di strobilazione. Oscillazioni della salinità ottenute effettuando i cambi d’acqua con salinità di circa 30 ppt inducono spesso alla strobilazione che avviene dopo qualche settiamna.  Anche l’illuminazione e la relativa intensità potrebbero influenzare tale processo, in particolar modo nel caso di Phyllorhiza punctata, una specie simbiotica. In tal senso un’esposizione continua alla luce (24h/24H) dei polipi può innescare la strobilazione. In fine uno dei possibili motivi per cui compare il fenomeno di strobilazione stagionalmente risiede nella disponibilità di cibo. Molte specie di meduse, come Phyllorhiza punctata, quando vi è abbondanza di zooplancton, sopraggiungono a frotte. Pertanto è molto probabile che maggiore sia il cibo a disposizione maggiore sia il numero di efire generate.

 3 polipi di phyllorhiza al microscopio.jpg

Sfortunatamente nessuno di questi metodi è affidabile al 100% ed è quindi difficile garantire la strobilazione quando maggiormente si desisera che avvenga! La teoria comunque più accreditata prevede che i polipi debbano essere stressati per strobilare ed   effettivamente la maggior parte dei metodi proposti prevede un significativo ed improvviso   cambiamento di alcuni parametri ambientali (temperatura, salinità e illuminazione).
Una volta avvenuta la strobilazione, le efire verranno prelevate dalla vasca dei polipi e trasferite inizialmente in piccole vasche provviste di tubi per l’aria con un flusso lievemente maggiore a quello previsto per il mantenimento degli scifistomi. Se il flusso è troppo forte le efire potrebbero essere danneggiate dalla forza delle bolle, ma se troppo lento   potrebbero non essere in grado di sollevarsi dal fondo della vasca.  La temperatura, la salinità ed il fotoperiodo sono gli stessi delle vasche di mantenimento dei polipi (25°C, 35 ppt e 8h/giorno). Poichè le efire crescono molto rapidamente bisogna verificare continuamente che nella vasca non vi sia sovraffollamento che provocherebbe  un  deterioramento delle condizioni dell’acqua con conseguente deformazione delle efire. Il miglior nutrimento per le efire è costituito da naupli di artemia appena schiusi e, come per i polipi, è fondamentale raggiungere un compromesso tra sovralimentazione e sottoalimentazione.

 4 due efire di phyllorhiza punctata.jpg

Fortunatamente quando la cavità gastrovascolare delle efire è piena di naupli queste assumono un colore roseo, immediatamente identificabile. L’obiettivo finale è quello di mantenere sempre piena la cavità gastrovascolare con una quantità di naupli nella vasca costantemente minima per evitare che le condizioni dell’acqua subiscano un deterioramento. Una volta cresciute, le efire dovranno essere trasferite in vasche via via  più grandi provviste di un flusso d’aria più potente e ,come sempre, senza l’ausilio di filtri onde evitare che questi aspirino le efire. E’ pertanto essenziale eseguire regolari interventi di pulizia e a tal proposito i cambi parziali d’acqua  da effettuare saranno molto frequenti fino ad arrivare ad un cambio giornaliero del 30%.

 5 individuo semiadulto di phyllorhiza punctata.jpg

Una volta raggiunto lo stadio adulto (il momento in cui un’efira diventa una medusa adulta non è precisamente definibile ma, in ogni caso, il trattamento da sottoporre è simile per entrambe) le meduse dovranno essere trasferite in vasche aventi specifiche caratteristiche, le cosiddette Kreisel. Tali strutture dovranno fornire un flusso circolare costante di acqua, non dovranno presentare ostruzioni all’interno contro cui le meduse potrebbero urtare e non dovranno generare nell’acqua alcun tipo di bolle d’aria. Questa tipologia di vasca dovrà consentire agli alimenti planctonici, i naupli di artemia, di restare in acqua abbastanza a lungo per permettere alle meduse di nutrirsi.
Phyllorhiza punctata, come la maggior parte delle meduse adulte, necessita di vasche in cui vi sia un flusso costante di acqua; questo perchè si tratta di deboli nuotatrici che non sono in grado di muoversi nell’acqua ferma. In caso di flusso troppo forte le meduse verranno trascinate da quest’ultimo con il rischio di subire deformazioni e di avere notevoli difficoltà ad alimentarsi. D’altra parte con un flusso troppo debole le meduse potrebbero andare a depositarsi sul fondo della vasca e non essere più in grado di risollevarsi. Bisogna dunque porre molta attenzione alla giusta portata d’acqua e monitorare questa  frequentemente. 

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Come per le efire, è importante assicurarsi che le meduse adulte ricevano costanti somministrazioni di cibo, che nel caso specifico di Phyllorhiza punctata, è rappresentato sempre da naupli di artemia appena schiusi. E’ consigliabile far si che le meduse abbiano sempre la cavità gastrovascolare piena (facilmente osservabile dalla trasparenza dei tessuti); qualora si lascino le meduse a “stomaco vuoto” per tempi prolungati si rischierà il loro deterioramento. In generale sarà necessario fornire loro dai 3 ai 4 pasti al giorno, ma ciò dipenderà ovviamente dalla densità e dalle dimensioni degli individui presenti in vasca.  Anche se le vasche Kreisel sono provviste di sistemi di filtraggio molto efficaci, paragonabili a quelli utilizzati negli acquari di barriera, bisognerà evitare qualunque tipo di sovralimentazione che potrà causare in breve tempo un deterioramento delle condizioni  dell’acqua e sarà necessario effettuare un cambio del 10-20% settimanale.

Le meduse sono animali acquatici incredibilmente delicati che necessitano dunque di ottima qualità dell’acqua; in particolar modo Phyllorhiza punctata non tollera in alcun modo la presenza in acqua di inquinanti quali nitrati e fosfati e già concentrazioni di nitrati superiori a 5 mg/l provocano deformazioni irreversibili (ombrella sproporzionatamente più piccola rispetto ai tentacoli). A tal proposito è buona norma allestire in sump due letti fluidi caricati con resine anti-fosfati e resine anti-nitrati; le resine da noi utilizzate sono di ottima qualità e rimuovono velocemente dall’acqua tali inquinanti (Antifosfati SHG e Antinitrati SHG). Infine, oltre a mantenere costanti alcuni parametri chimico-fisici, come temperatura (25°C) e salinità (35 ppt), alle cui oscillazioni le meduse sono molto sensibili, sarà necessario fornire la giusta quantità e qualità di luce. Essendo Phyllorhiza punctata una medusa zooxanthellata richiederà grosse quantità di luce con l’ausilio di lampade da 10000K e attiniche ed un fotoperiodo di almeno 8 ore.

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In conclusione il mantenimento di Phyllorhiza punctata, una creatura tanto affascinate quanto per certi versi anche un pò misteriosa, richiede in acquario tanta cura ed attenzioni che è paragonabile per molti aspetti al mantenimento di un grosso acquario di barriera con la differenza sostanziale che in una vasca per meduse non ci sarà mai neanche un grammo di roccia viva!!!!! 

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Dr D. De Luca 2014